Murphy al supermercato

Vai al supermercato, non prendi neanche il cestino con le rotelle tanto devi comprare giusto due cose, pane e latte.
Ovviamente mentre giri tra gli scaffali scopri che hai bisogno anche di questo, di quello e di quell’altro e va a finire che ti avvii alla cassa con i tuoi due arti superiori trasformati in dodici braccia, da far scoppiare d’invidia la dea Kalì.
Con la tua spesa in precario equilibrio, ti accorgi che alla cassa, prima di te, c’è una tizia che ha già appoggiato sul nastro un Colosseo di barattoli, scatole, scatolette, cartoni, lattine, sacchetti e sta ancora tirando fuori roba dal carrello.
Naturalmente non ti degna di un’occhiata, figuriamoci se si offre di farti passare, per nulla impietosita dalle tue evidenti difficoltà.
Nel frattempo, mentre la busta delle melanzane surgelate ti sta provocando violenti crampi a una mano (alcune dita hanno già perso sensibilità) e la condensa sulla bottiglia del latte ti sta inzuppando la maglietta, ti giri e vedi un’altra tizia, appena sopraggiunta dietro di te, che stringe a sé un pacco di biscotti e una confezione di prosciutto cotto e ti guarda con gli occhioni tipo Bambi.
E tace.
Ma i suoi occhioni da Bambi parlano.
Sospiri.
“Vuole passare? Tanto ha solo due cose”.